La canzone di Povia a Sanremo Gay? È colpa di mamma e papà
21 gennaio 2009 at 12:27 Lascia un commento
Abbiamo ascoltato in anteprima “Luca era gay”, il brano che già ha sollevato un putiferio
Un ragazzo reso omosessuale da un pedofilo e che trova la felicità da eterosessuale
Non che a Sanremo non ci siano stati precedenti. L’anno scorso la Tatangelo fu sbeffeggiata per molto meno. In fondo si limitava a notare che il suo caro amico, pur essendo gay, era anche lui come noialtri etero un figlio di Dio. Ma Povia va molto oltre. La canzone è un rap e racconta con dovizia di particolari la storia di Luca, praticamente un melò: l’infanzia, dominata da una madre iperaffettuosa, ovviamente gelosa di altre femmine che “mi parlava sempre male di papà mi diceva non ti sposare mai” e un padre che non regge il disagio, “non prendeva decisioni e stava fuori tutto il giorno”, alla fine se ne va, comincia a bere, di fatto scompare dalla vita di Luca finché, seguendo un determinismo meccanico, da manuale di psicologia minore, arriva un uomo adulto (in zona di sospetta pedofilia, tanto che il ragazzo teme possa essere arrestato, ma pensa già a far sparire le prove così lo assolvono), un uomo che, neanche a dirlo, sostituisce il padre mancante e gli regala il tanto agognato amore. Poi si arriva alla rivelazione finale. Luca scopre che attraverso una lei può finalmente smettere di essere gay (“papà ti ho perdonato, mamma ti penso spesso ma adesso sono innamorato dell’unica donna che abbia davvero amato”).
Non fa una piega. Il Luca di fine canzone è un uomo ritrovato, con moglie e figli. Povia lo dice chiaramente: l’omosessualità non è una malattia, bontà sua, ma una deviazione sì, un errore causato da una pessima situazione familiare, e quindi rimediabile. Insomma la buona notizia è che per i gay non tutto è perduto, una speranza di redenzione c’è.
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